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LA MIA LONDRA (Special Guest: Carolina)

40798_1548245516085_353700_nFin da ragazzina ho sempre sognato di “abitare il mondo”, di passare di città in città, stato in stato, continente in continente così da poter vivere un po’ ovunque, vedere e conoscere tutte le culture,  respirare quella libertà che solo abitando in un altro Paese si può assaporare. Alla soglia dei miei 29 anni mi viene spontaneo fare un bilancio ed io, nel mio eterno girovagare, ho fatto mia una sola città, LONDRA , ma a questa ho lasciato lo spazio più importante della mia vita. Scrivere queste poche righe già mi riempie di nostalgia e ricordi, i più belli che custodisco. Londra non è una città facile, è sfiancante, spietata nel mettere in risalto quei difetti da cui si fugge, nella solitudine che può causarti.
Dico questo perché voglio che capiate che Londra non è stata per me una vacanza, un’ isola felice, un momento di stop dai problemi, anzi è stato l’esatto opposto: è stato un viaggio dentro me stessa, una scoperta di lati della mia personalità che non credevo di avere ed una esplosione di vita. Se penso ai mesi trascorsi là penso a cosa significa VIVERE e a quanto sia difficile farlo quotidianamente.  Spesso ci vuole un valido motivo per partire, per lasciare la sicurezza e  gli agi del vivere a ”casa propria” e ricominciare da capo con nuove amicizie, una nuova cultura e nuovi ritmi. A me la spinta è venuta dopo una grossa delusione amorosa e devo dire che sono stata fortunata o forse particolarmente brava a trasformare un’ esperienza dolorosa in una occasione che magari, se le cose fossero andate diversamente, avrei perso. Fatto sta che a 25 anni, prossima alla tesi,  ho messo in stand by amici, casa, famiglia, università ecc. e sono partita armata solamente di una forza di volontà che non credevo di avere, di una determinazione a sfruttare al massimo questa opportunità. I miei 9 mesi di permanenza a Londra non sono trascorsi tutti lisci e felici, è stata dura, durissima  ed a volte e ci sono stati momenti in cui l’unica cosa che desideravo era prendere il primo volo per l’Italia e correre a casa dalla mia famiglia, ma non l’ho fatto, ho tenuto duro ed i risultati non si sono fatti attendere. Scollinati i primi due mesi e tutte le difficoltà burocratiche e culturali Londra mi ha accolto a 360°. Non voglio descrivere la vita che ho condotto in quei mesi, ma voglio sottolineare che mai un giorno è stato uguale all’altro nonostante la ripetitività delle attività che svolgevo e questo era possibile perché era il contesto a mutare continuamente, ogni ora qualche piccola trasformazione avveniva ed era impossibile stare dietro ai ritmi di questa città così caotica e vitale: semplicemente bastava accettarli, accettare l’imprevisto e la novità.  Forse è stata proprio questo a farmi amare così tanto Londra: la mia indole irrequieta e facile alla noia abbracciavano totalmente questa filosofia di vita. I miei occhi erano tornati quelli di quando ero bambina, riuscivo a cogliere il bello di tutto, lo sentivo fin dentro la pelle, ma soprattutto camminando per le strade di Londra RESPIRAVO la libertà. Nessuno sapeva dove ero, per i miei amici e la mia famiglia in Italia avrei potuto essere in qualunque posto e questo senso di IRRESPONSABILITA’ invece di spaventarmi mi faceva sentire viva e libera. Come tutte le avventure però ci deve essere una fine  per poterne poi cominciare una nuova e dopo 9 mesi la mia italianità è tornata a farsi sentire, così come il bisogno della vicinanza della mia famiglia, dei miei amici e di tutte le quelle piccole abitudini che rendono l’Italia il BEL PEASE. E così ho deciso di tornarmene a casa, felice, appagata e con quel leggero senso di malinconia che accompagna i ricordi di quei momenti della tua vita che stenti a credere di aver vissuto tanto sono stati profondi e FELICI.

Carolina

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