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LE COSE CHE NON VOGLIO (Special Guest: Carolina)

Ecco ci siamo: ho raggiunto il mio livello massimo di sopportazione verso tutte quelle persone che mi chiedono, con sempre più insistenza, cosa voglio fare della mia vita e mi sottolineano che è impossibile io non lo sappia ancora. Sì, vabbè  ho “già” 29 anni, e con questo??? Sono adulta solo se so cosa voglio? Sono responsabile solo con le idee chiare?

Per primo vorrei urlare a tutti che effettivamente  io NON so cosa voglio dalla mia vita, semplicemente io VIVO la mia vita e non sopravvivo come invece fa la maggior parte delle persone negli ultimi tempi.
E poi non capisco perché mi guardano come  se fossi destinata al fallimento solo perché non so rispondere a queste domande che potrebbero rientrare nella categoria “esistenziali”. In mia difesa ci terrei a ad aggiungere che so cosa NON voglio e già mi sembra una bella presa di coscienza.

Dunque, vediamo un po’ se riesco a farvi un quadro della situazione:

  • non voglio essere infelice (anche se so che qualche momento di infelicità ci sarà sempre)
  • non voglio essere banale/scontata/ripetitiva
  •  non voglio essere apprensiva
  • non voglio credere che la mia vita finisca a 60 anni, ma che ci sia una possibilità per ogni fascia di età con tante, nuove, entusiasmanti sfide
  • non mi voglio lamentare e non mi voglio piangere addosso
  • non voglio credere che un fallimento sia la fine delle speranze e dei sogni
  • non voglio smettere di credere nella vita e nelle sue infinite meraviglie
  • non voglio perdere la fiducia illimitata che ho nel prossimo
  • non voglio smettere di sorridere e di meravigliarmi di fronte ad un posto nuovo
  • non voglio smettere di amare e di essere amata
  • non voglio smettere di credere, qualunque sia la cosa in cui credo
  • non voglio accettare la rassegnazione e l’apatia
  • non voglio che i giovani di oggi smettano di avere fiducia in se stessi
  • io non voglio smettere di credere che l’Italia sia il posto più bello in cui vivere e che Grosseto sia quell’isola felice che ho sempre reputato essere

Insomma io non voglio, non voglio, non voglio!!!

Invece che cosa so? So che sto vivendo una fase della mia vita di totale disorientamento. Cosa significa? Letteralmente che ho perso l’orientamento sulla mia vita, sono spaesata , confusa, smarrita. Ho una sorta di black out interiore, per cui quello che parte dalla pancia e passa attraverso il cuore non arriva alla testa,  c’è una sorta di interruzione nel mezzo che fa arrivare le informazioni incomplete. Eppure tutto questo non mi spaventa perché non credo sia una fase di stallo, piuttosto di crescita.

Fare un po’ di chiarezza e sforzarmi di ascoltare la mia voce interiore proprio quando mi viene il dubbio che, forse, non ne ho più una potrebbe portarmi a conoscere meglio me stessa, a ritrovare in un angolino desideri ormai sopiti, a rivivere vecchie fantasie che adesso hanno possibilità di concretizzarsi. E’ un momento di passaggio molto doloroso e so bene che potrebbe prolungarsi per un tempo lungo e non quantificabile, c’è addirittura a chi dura una vita intera.

Alla fine di tutto ciò credo che l’importante sia non soffermarmi troppo sul cosa voglio, ma vivere intensamente quello che ho.

Ho riflettuto tanto su questo dopo una lezione di coaching avuta durante il corso di apprendistato.

Il tutor ha ripreso Seneca (che è molto più attuale di tanti scrittori contemporanei) e ci ha letto il brano seguente:

Comportati così , Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro. Convinciti che è proprio così , come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento. Ma la cosa più vergognosa è perder tempo per negligenza. Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutta quanta nell’agire diversamente dal dovuto.  Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisca di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte davanti a noi e invece gran parte di essa è già alle nostre spalle: appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente. Tra un rinvio e l’altro la vita se ne va. Niente ci appartiene, Lucilio, solo il tempo è nostro.”

Non credo ci sia da aggiungere altro. Seneca è stato più eloquente di tanti sociologi/psicologi: con la sua spiazzante semplicità ha ricordato a Lucilio di concentrarsi sul tempo che è l’unica risorsa che ci appartiene realmente, il NOSTRO tempo, quello che forma l’oggi, non il domani.

Quindi non sprechiamolo, ma viviamolo.

Carolina

0 pensieri su “LE COSE CHE NON VOGLIO (Special Guest: Carolina)

  1. Mi fa molto piacere leggere il tuo commento perchè ero convinta che il mio post mi avrebbe garantito l’appellativo di persona superficiale ( cosa che molto spesso mi sono sentita ripetere): superficiale la mia visione delle cose, superficiale il mio approccio alla vita, semplicistico il mio dire che vivo senza indagare fino in fondo su cosa voglio. Riconosco che sono affetta dalla sindrome della NON scelta, mi fa paura scegliere perchè ogni decisione automaticamente ne elimina un’altra che POTREBBE essere migliore, ma questo non significa che non mi ponga continue domande e che non pretenda continue risposte da me. Anzi ritengo che buona parte del mio disorientamento sia dovuto da questo mio continuo indagare dentro di me, dal mio volere per forza essere coerente con me stessa senza scendere a compromessi ( anche se so che prima o poi dovrò capitolare). E’ bello avere persone che AMMETTONO di sentirsi così, è molto più facile dire che va tutto bene e che non ci sono problemi, Invece i problemi ci sono, eccome se ci sono, ma io credo che ad ogni problema corrisponda una soluzione ed è su questo che sto cercando di impostare la mia vita e di non abbandonare quell’entusiasmo e quella curiosità che forse sono le uniche vere risorse che possiedo. Grazie!

  2. Sai cosa mi capita ogni tanto di dire? Che 29 anni è stata l’età del mio primo suicidio. Perchè mi sentivo nello stesso modo in cui tu descrivi e non volevo le stesse cose che non vuoi tu e mi sentivo comunque molto confusa.
    L’importanza fondamentale del tempo, l’intensità del vivere, il non volere con fermezza sono elementi straordinari che ti garantiranno l’efficacia del risultato, qualunque sia la tua strada.
    E a chi ti domanda cosa vuoi fare della tua vita tu rispondi semplicemente: viverla.