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YOU LUCKY NEW YORKERS! – by Lucia

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Quasi tutti i sabato mattina da un po’ di tempo, mi vedo con le mie amiche per un cappuccino in un caffè del centro della mia città. In queste occasioni, mi sveglio con una certa emozione ed eccitazione … Mi vedo con le mie amiche!!!

Lo so è stupido, ma mi sento sempre un po’ Carrie Bradshaw quando esce dal suo appartamento per incontrare le “ragazze” in Sex and the City.  Al mio risveglio in genere ho già in mente un oggetto (un accessorio, un gioiello) o un singolo capo che voglio indossare. Mentre faccio colazione con il mio compagno, costruisco mentalmente intorno a questo oggetto un outfit per me perfetto! Ed ecco che indosso il capo, l’accessorio, il bijoux o gioiello che mi ero figurata nella mente. Tolgo una cosa, ne aggiungo un’altra e finalmente sono pronta. Do un ultimo sguardo allo specchio e improvvisamente sento, come nel più classico dei film, la puntina del giradischi che stride slittando sul vinile! Dentro di me è finito l’incanto, la magia…

Non è che forse ho esagerato? Mi fermo a pensare e il mio profondo mi conferma che non indossato niente di strano. Allora perché ho la sensazione che se esco di casa così vestita potrei attirare l’attenzione di alcuni? Forse la mia è solo una sensazione, una impressione, ma abitando in una piccola città di provincia a volte mi sento puntare gli occhi addosso. Il motivo per cui mi osservano possono essere molti. A volte mi sono sentita osservata solo per un rossetto molto acceso.

Vivere in una piccola cittadina ha i suoi pro ed i suoi contro. Nella colonna dei pro potrei elencare l’aria pulita, il poco traffico, i tempi di percorrenza da un luogo ad un altro irrisori, non c’è folla nelle ore di punta, tutto è a portata di mano e a dimensione umana, e altri ancora. Però…Sì, c’è un però. Il però è legato al fatto che nelle città di provincia tutti conoscono più o meno tutti, se non te, conoscono la tua famiglia e la tua storia. In una città di provincia ci sono sempre persone che si sentono in diritto di giudicare come ti sei vestita o cosa stai facendo e quindi, se fino a quel momento ti sentivi Carrie, improvvisamente ti senti in imbarazzo e la negatività ti si attacca addosso come colla. A volte mi sembra, e forse è solo una mia impressione, di leggere in alcuni sguardi una leggera invidia perché ho osato dove loro non avrebbero osato mai. Quello che mi lascia perplessa è che io non esagero mai. Sui giornali, osannato come street style, c’è molto peggio!

In una grande città non accade mai di sentirsi gli occhi addosso. Siate onesti! Milano, Roma, Londra, Parigi, New York sono decisamente un’altra storia!!! Non solo non ti conoscono, ma non ti guardano neanche, figuriamoci se ti giudicano per come sei vestita! In una grande città tutto è concesso, puoi indossare quello che vuoi, come vuoi e quando vuoi. Si può confondere l’estate con l’inverno, e quindi mettere la pelliccia con i sandali; mischiare gli stili, le forme, i disegni. Nelle grandi città si possono indossare le paillettes al mattino! Si può fare, perché no!

Anche io sono un po’ invidiosa, lo devo ammettere: in una grande città l’anonimato è come un muro che ti protegge da sguardi e giudizi (se mai ce ne fossero), ma soprattutto invidio la possibilità di avere a portata di mano ogni novità. Quanto avrei voluto fare la fila per conquistarmi un abito di MARNI per H&M quel fatidico 8 marzo del 2012. Che cavolo avevo da fare poi, che mi ha impedito di andare a Roma! Il fatto che non lo ricordo mi fa arrabbiare ancora di più! Comunque ci sono delle volte che, sfogliando le riviste e studiando le foto che immortalano lo street style di ragazze che osano tutto e sempre, il mio naso si storce. Tutta questa libertà di indossare tutto quello che ti salta in mente, forse non è un po’ troppo? E il buon gusto?

Mi viene un dubbio. Sono io che ho una mentalità provinciale o l’esagerazione è una cattiva consigliera?

Lucia

 

0 pensieri su “YOU LUCKY NEW YORKERS! – by Lucia

  1. Sì, ti confermo che, almeno qui a Roma, la gente se ne fotte abbastanza e chiunque può vestirsi ed apparire come più preferisce. E’ una condizione alla quale non rinuncerei mai e poi mai. Sì, se qualcosa è particolarmente ridicolo, tanto ridicolo, strappa qualche sorriso in qualcuno, ma è un istante.
    Il buon gusto è un fattore “soggettivo” e la libertà non è mai troppa. Anzi.