The Canary Tweet

IMPATTO ZERO: il post a 6 zampe


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LUCIA

“CLUB PROTEZIONE ANIMALI”. Avevo 7 anni quando ho ufficializzato lo scopo del mio girovagare sulle colline del villaggio dove vivevo in terra iraniana. Più che altro aiutavo inserti (che molto probabilmente non avevano bisogno di aiuto), ma ero orgogliosa di aver convinto molti dei miei amici a far parte del club con tanto di tessera.
Nel mio piccolo cercavo di essere utile, di fare la mia parte ed ho continuato così sempre in ogni mia azione o in ogni mia scelta: al supermercato acquistando prodotti del mio territorio con packaging con il più basso impatto ambientale, scegliendo la bicicletta ogni volta che potevo, optando per un’alimentazione vegetariana e facendo la raccolta differenziata.
Ultimamente però, con le incombenze di una vita sempre di corsa e con un centinaio di cose da fare al giorno, con lo stress che aumenta perché non riesci a fare tutto, mi sono resa conto che ho abbassato la guardia. Come persona interessata alle problematiche ambientali e animali, ero tempestata da notizie orrende che mi pietrificavano dalla paura e che mi hanno fatto pensare che forse era tutto inutile. Facevo meno per il pianeta che mi ha accolto e che mi ha dato emozioni fortissime di fronte alle sue bellezze.
Qualche mese fa, però mi sono data una scrollata e mi sono imposta di prendere un po’ di più del mio tempo per dedicarlo ai piccoli gesti che possono fare la differenza. Forse aumenterà lo stress ma sicuramente mi farà sentire una persona migliore.
Quando Arianna mi ha proposto di partecipare all’iniziativa di DoveConviene.it, piantare un albero per compensare la CO2 prodotta dal nostro blog, ne sono stata entusiasta. Ho ricordato la meravigliosa sensazione di respirare aria pulita, fresca e carica di profumi vegetali, quando, in Argentina, ho fatto una piccola escursione in un bosco vicino a San Carlo de Bariloche. La freschezza dell’aria, la magia di un raggio di sole che penetra dal fitto fogliame reso tagliente come una lama luminosa dai pulviscoli portatori di vita.
Pensate se l’unico modo per vivere queste sensazioni fosse in un museo (come all’American Museum of Natural History a New York dove vengono riprodotti artificialmente suoi ed odori dei sottoboschi). Io chiudo gli occhi e rivivo quelle sensazioni perché le ho vissute, ma un bambino non può immaginare la bellezza di un bosco se non c’è mai entrato.
Forse non è molto quello che faccio, ma è una piccola eredità che mi piace lasciare alle generazioni future, quella di avere la possibilità di entrare in un bosco e respirare a pieni polmoni come ho potuto fare io.
Il mio risveglio ambientale è appena iniziato, chissà cosa potrò fare domani per un futuro più sano.

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ARIANNA

Un blog ad impatto zero. Uhm… mi piace. Come possiamo fare? Questi sono stati i primi pensieri quando sono capitata sul sito di DoveConviene.it. E allora mi sono messa a rimuginare. Scrivere un post su questo: non è difficile, apparentemente, ma non è nemmeno facile, soprattutto se non si vuole cadere nell’ovvio. Poi ho pensato agli alberi, ho pensato a quanto poco facciamo (anche se siamo spesso convinti del contrario) per questa Terra che ci ospita, a quanto ancora dovremo fare per salvare il pianeta che amorevolmente ci ha donato la vita e che – non nascondiamoci dietro ad un dito – noi umani ci  impegniamo a distruggere. Tutto, o quasi, inquina. Anche questo blog, nel suo piccolo, produce CO2. E allora tentiamo di compensare. Scrivendo un post, diffondendo l’iniziativa di DoveConviene.it, sperando che l’albero che verrà piantato sarà uno dei tanti che, con la sua folta chioma, arricchirà un bel bosco.

Quando facevo le elementari, ricordo una lezione di educazione civica (ebbene sì, al tempo si faceva) in cui ci spiegarono come fosse sbagliato buttare anche il più piccolo pezzo di carta in terra, perché sebbene il gesto singolo potesse essere irrilevante, se tutti quanti ci fossimo messi a buttare un solo pezzetto di carta ci saremmo trovati in pochissimo tempo in una discarica. Quella lezione mi rimase impressa tanto che, ancora oggi, ho proprio un rifiuto totale  a gettare qualcosa per terra. Questo spiega perché la mia automobile, la mia borsa e il mio portafogli siano immancabilmente pieni di scontrini, ricevute, bottiglie, bottigliette e via dicendo. Mi privo di un piccolo gesto dettato dalla pigrizia, sacrifico il mio spazio, lo sporco, ma so che quello spazio condiviso che si chiama Mondo rimarrà più pulito, o almeno io non avrò contribuito a sporcarlo. E allora penso che se tutti noi, nel nostro piccolo, evitassimo di deteriorare lo spazio Terra, credo che già sarebbe tanto, forse non recupereremmo quello che è stato fatto, ma arresteremmo il processo di inquinamento che è in corso.

Gli alberi sono meravigliosi. Partono dalle viscere della terra, si innalzano con il loro tronco e sfiorano il cielo. Sanno sussurrare, sanno proteggere dal sole cocente, ospitano altri esseri viventi che sui loro rami trovano rifugio e dimora. Diminuiscono il rischio di frane e smottamenti, donano frutti e sono anche belli da guardare. E puliscono la nostra aria. Senza chiedere niente. Conoscete esseri umani in grado di fare altrettanto?

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CAROLINA

Quando la mia amica Arianna se ne è uscita con questa idea di aderire al progetto “Dove Conviene, diventa un blog ad impatto zero” non le ho prestato molta attenzione  pensando che tanto non era un progetto da me, non mi sono mai interessata molto all’ecologia ed ho preferito rimanere nel mio limbo di ignoranza senza provare per lo meno a capire di cosa si trattasse. Poi ho letto i loro post (sia Arianna che Lucia) e le ho ammirate per la loro passione per la natura e soprattutto la non accettazione del poco rispetto e poca attenzione che ognuno di noi ha della terra che calpesta quotidianamente. Ed ho pensato: “ Ma sono così menefreghista o questa è l’ennesima maschera che mi applico per dimostrarmi forte ed indipendente al mondo intero?”. E lì tanti piccoli pensieri  mi hanno fatto capire che non sono poi così disinteressata su questo argomento come invece mi si potrebbe reputare, semplicemente tengo per me quei piccoli gesti che dalla mia parte potrebbero in qualche modo, se non aiutare, per lo meno ammortizzare il distruttivo impatto che stiamo avendo su madre natura. “E quali sarebbero” direte voi? Sciocchezze ovviamente, ma se le facessimo tutti forse faremmo la differenza. Ad esempio non butto mai la carta, ma cerco sempre di riciclarla. Non lo faccio consapevolmente, semplicemente mi sento lievemente in difetto quando stampo, soprattutto se sbaglio la stampa ed allora ho accumulato una enorme pila di fogli sotto la mia scrivania che ad ogni movimento rischiano di franare (ed a volte capita!). Oppure, cosa forse ancora più stupida, non butto mai la gomma da masticare in terra: anni ed anni fa, durante una visita con i miei genitori in una riserva naturale, sentii una guida dire che per degradarsi una gomma da masticare necessita di 5 anni, da lì non riesco più a buttarla in terra, ma cerco sempre un cestino (so che si chiamerebbe educazione, ma, quando non visti, in molto pochi siamo educati). Per non parlare del dolore fisico che ho provato quando è stata bruciata la pineta di Marina di Grosseto, la mia/nostra pineta, quella in cui in tantissimi siamo cresciuti ed abbiamo trascorso la nostra infanzia. E’ stato quasi come graffiarsi, la stessa sensazione improvvisa e dolorosa. E la rabbia che ci ha unito tutti contro un’azione così vigliacca e irrispettosa. Quella pineta era stata protagonista della nascita di tanti amori e delle prime liti, tanti segreti nascosti fra le foglie cadute, tante risate e avventure trascorse fra quegli alberi. La pineta aveva la magia di trasformarsi nei luoghi della nostra fantasia, popolata dalle più incredibili creature.

Per ultimo vi confido un piccolo segreto (e questo si che rovinerà la mia reputazione): quando non mi vede nessuno abbraccio un albero, lo faccio da sempre anche se le conseguenze sono che formiche e resina mi si distribuiscono in tutto il corpo. Forse ho visto troppi film Disney da piccola, fatto sta che mi infonde una sensazione di pace, mi sembra quasi di abbracciare mia nonna. E poi infantilmente credo veramente che gli alberi abbiano un’anima e che provino dolore proprio come lo proviamo noi, la differenza sta che loro per noi si sacrificano mentre noi li sacrifichiamo e troppo spesso senza rimorso.

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Pics by Arianna De Santis e Carolina Ciani