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VINTAGE, I LIKE! – by Lucia

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Lo devo ammettere: a me il Vintage fa impazzire. Vintage, ok, ma di quale epoca?
Questa è una bella domanda. Carla Gozzi dice che un capo o un oggetto per essere vintage deve avere almeno 20 anni.
Per un po’ di tempo il mio compagno ha avuto una piccola Rover Mini Cooper del ‘94. Sarà vintage solo da quest’anno, lo so, ma il modello era quello degli anni ‘70.

Guidarla è stato un vero spasso: piccola, scattante, sbarazzina ed impertinente. La mia mamma ne aveva una blu con tettuccio bianco quando ero piccola. Quante notti ho sognato di guidarla! Mi è sembrato di essere tornata bambina ma con la gioia di esserci davvero al volante e di potermi prendere per poco tempo la libertà di svicolare nel traffico grazie alle piccole dimensioni della mia vettura dall’aspetto da simpatica canaglia. Scatto veloce e rombo prepotente per un’auto che tutto è tranne che aggressiva, ma anche con piccoli difetti che la rendono speciale, come lo scricchiolio e gli ammortizzatori che… non ammortizzano!
Che bello il vintage. Nei periodi di crisi torna in voga, se prima è un lusso per pochi poi diventa risorsa per molti. Il mobile scrostato, la vettura con il graffio. Il vintage troppo perfetto sa di finto, di posticcio, ristrutturato al punto da essere addirittura meglio di quando è uscito dalla fabbrica. Il vintage vero non deve nascondere la sua età: è bello proprio per questo, perché vecchio, usato e un po’ logoro. È qui che risiede il suo valore, la sua autenticità. Ogni oggetto vintage (e ancora di più l’oggetto antico) racconta una storia del suo vecchio proprietario che può essere uno sconosciuto, ma anche tua madre o tua nonna. Osservando ogni “ruga” di vita vissuta, come per le persone, mi piace fantasticare su chi ha posseduto quell’oggetto prima di me: chi era e cosa faceva. Mi sorprendo, così, ad immaginare vite di altri facendole mie: l’immaginazione, seguendo il Vintage come un album di foto trovato in soffitta, corre in tempi e luoghi diversi, rendendomi a volte malinconica e distante. Invento storie, fatti, amori e viaggi. Ma poi torno al presente e – per fortuna – riprendo la routine. Anche se tutto passa, pur sapendo di aver fatto un viaggio irreale, il mio fantasticare è stato pur sempre un viaggio.