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BIJOUX, I <3 YOU

bijorhca

I primi di luglio sono stata, per ragioni di lavoro, alla fiera internazionale del Bijoux a Parigi, BIJORHCA. Due volte l’anno si ripete l’appuntamento con le ultime novità degli accessori più amati da noi signore e signorine. Quello è un mondo che, insieme alle scarpe, mi fa impazzire: l’abito può essere di una semplicità estrema, ma il bijoux o il gioiello fanno la differenza. La cura del particolare, del materiale e della preziosità dell’oggetto sottolineano il carattere e la personalità di chi lo indossa.

Broche, collier, orecchini, pendentif, bracciali ed anelli. Bastano due o tre di questi oggetti per rendervi eccezionalmente ricercate e raffinate.

Una delle cose che ho ereditato da mia madre è proprio l’attrazione folle per questo tipo di ornamenti, preziosi e non. Insieme abbiamo sempre concentrato l’attenzione sull’originalità dell’oggetto, sia nelle forme che nei materiali, ma meglio ancora nella concezione stessa del bijoux o del gioiello. Per ogni corrente artistica che ha catturato il nostro interesse, la costante è stata sicuramente il forte contrasto dei materiali utilizzati nella realizzazione dell’oggetto.

A questo punto devo avvisarvi: molti miei post saranno incentrati sull’argomento bijoux o gioiello… dopo tutto una passione è una passione e non si può combattere!

Da qualche anno a questa parte pochi, anzi pochissimi sono state le occasioni in cui sono impazzita per un oggetto in particolare o per un’idea. La massificazione globale ha toccato anche questo campo e devo dire che non solo le idee si ripetono e si copiano (molte ditte fanno le stesse cose – a questo proposito potete leggere il mio post Quando il Pesce Piccolo Mangia il Grande), ma, come sta avvenendo in questo biennio 2012/2013, si ripropone anche qui il revival anni ‘80. La colpa però non è tutta delle aziende e della moda che detta legge, il senso di disinteresse che provo è dovuto anche al fatto che, purtroppo, non ho più occasione di viaggiare con mia madre: con lei una vacanza si trasforma sempre in una vera e propria mission alla ricerca dell’originalità perduta e con lei ho imparato che in una via poco frequentata di ogni città europea e non, si può scoprire un piccolo laboratorio o una boutique o galleria che espone articoli interessanti.

 A Bijorhca novità interessanti ce ne erano due, una delle quali era la novità in assoluto per me! La prima: il Bijoux de tête o Head band, una fascia per la testa che può essere composta da catene o da parti elastiche e rigide di vari metalli come bronzo, ottone e acciaio, indossate a ¾ della testa. I temi che si trovano nelle decorazioni sono l’Art Déco e l’Art Nouveau. Ok, lo so, non è una vera novità. In periodi artistici come questi il bijoux de tête era indossato tantissimo. Sicuramente il film “The Great Gatsby” ha contribuito a far tornare sulla breccia questo ornamento, che comunque è sempre stato portato dalle spose o da donne più nostalgiche che modaiole. Comunque, l’effetto sui capelli (per chi li ha lunghi) è molto carino e dà un aspetto che richiama figure classiche e neoclassiche.

La seconda: la stampa 3D applicata alla gioielleria – e che incontra decisamente la mia maniacale ed ossessiva ricerca di novità ed originalità. Appena rientrata in Italia ho digitato le paroline su Google ed ho aperto la finestra che si affaccia su questo mondo: me ne sono innamorata subito ed ho già deciso di adottarla nel mio lavoro e nel mio prossimo progetto.

Comunque,  nel mio viaggio a Parigi ho scoperto il genio di giovani artisti e creativi che hanno fatto di queste stampanti avveniristiche il mezzo di espressione della loro arte. Colori, materiali, idee e concezioni dell’ornamento per eccellenza anticonformisti, un mare di oggetti nuovi in cui adoro sguazzare!

Questa nuova tecnologia ha anche il valore aggiunto di essere stata presa dalle community di Internet e messa a disposizione di tutti, rompendo gli schemi industriali, produttivi e di monopolio che da sempre costringono coloro che vogliono realizzare un progetto a mettere mano al portafoglio (che spesso è vuoto) e per i costi proibitivi devono, la maggior parte delle volte, rinunciare al proprio sogno.

Purtroppo la maggior parte degli artisti che mi hanno colpito sono del nord Europa e di italiani ce ne sono pochi, ma so che stanno crescendo in numero ed in qualità. Chissà se riusciremo a superare tutti gli altri anche in questo? Intanto per il mio progetto mi sono rivolta a italiani e chissà se, quando ve lo racconterò, troverete la mia idea stimolante tanto quanto io ho trovato stimolanti le idee degli stranieri.

Lucia